Appunti su La mia vita in Bicicletta di Margherita Hack


Cosa ho imparato leggendo “La mia vita in bicicletta” di Margherita?:

  1. Nel 1947 circa, quindi nell’immediato dopo guerra, la Ducati ha prodotto e venduto una macchina fotografica di piccole dimensioni e che richiamava una Leica. L’ha chiamata Sogno. Leggo dalla Wiki che costava parecchio e che hanno smesso di produrla perché i caricatori dei rullini erano difficili da reperire e dovevano essere di un determinato tipo.
  2. Schiapparelli era diventato famoso per le sue osservazioni su Marte le quali l’avevano portato ad individuare dei canali/depressioni del terreno che facevano pensare ci fosse stata vita o acqua che scorreva. Con osservazioni successive e con gli atterraggi su Marte recenti si è capito che non è così.
  3. Assieme a questo libro ho comprato anche “Elegie Duinesi” di Rainer Maria Rilke, la Hack infatti cita il sentiero di Rilke che collega Duino a Sistiana. Navigando in internet, per capire se può essere una futura tappa, mi incuriosisce la parola Falesia. Una parola di cui vorrei ricordarmi il significato. Riporto Wikipedia:
    La falesia è una costa rocciosa con pareti a picco, alte e continue. Si distinguono:
    – falesie “morte” o inattive: la spiaggia le separa dal mare;
    – falesie “vive” o attive: battute direttamente dal mare, come per es. nel caso delle falesie di Duino.

    Mi piace il concetto di falesia morta e falesia viva.
  4. La Via Lattea è stata nominata così perché gli antichi guardandola pensavano che una dea distratta stesse versando del latte da una brocca tenuta troppo inclinata.
  5. Perché il cielo è azzurro? L’atmosfera lascia passare le radiazioni solari rosse e infrarosse mentre trattiene le radiazioni azzurre sparpagliandole in tutte le direzioni. In alta quota, lì cielo è più scuro (ed è possibile vedere Venere in pieno giorno).
  6. Su Marte ci sono le stagioni come da noi. Sull’equatore d’estate la temperatura è di +20° C di giorno e scende a -80° C di notte. Potrebbe quindi essere vivibile.
Castello Vecchio di Duino che si trova alla fine del Sentiero di Rilke – © Lara Von Trier