Il centenario


Quest’anno è stato il centenario della nascita di mia nonna, l’unica che ho conosciuto. Mia nonna è morta 17 anni fa.

Il dolore del lutto se n’è bello che andato e mia nonna è un bellissimo ricordo. È raro che ricordi cose nuove, ricordo sempre le stesse, ma può capitare che mia mamma ricordi qualcosa che avevo scordato o non sapevo e quindi i ricordi aumentano.

Mi capita ancora di sognarla, ma è sempre malata. Aver convissuto assieme negli anni della sua malattia, deve avermi impresso nel subconscio la sua sofferenza, ma sono sempre felice quando la sogno, perché seppur onirico ho un altro ricordo.

Come per tutti, la morte di qualcuno a noi caro genera emozioni e reazioni diverse, anche a seconda di cosa ha rappresentato per noi questa persona. Di base le prime domande che fai sono ‘perché proprio lei? Perché proprio adesso? Non poteva vivere ancora un po’?’

Per anni ho pensato con tristezza agli anni che non ha compiuto e avremmo potuto festeggiare, ma quest’anno ai suoi ipotetici 100 ho pensato che a quest’età non ci sarebbe arrivata e che il lutto avrei comunque dovuto viverlo prima o poi. Se fosse stato poi, avrei avuto più ricordi di sicuro, ma prima o poi, si muore.

Ho quindi elencato tutte le persone vive che l’hanno conosciuta, e le loro età. Fra 50 anni saremo veramente in pochi ad aver ricordi su di lei.
Quanto dura il ricordo di una persona normale? Dai 150 ai 200 anni. 

Quest’anno è anche il centenario della nascita di Italo Calvino. Adoro quando i centenari generano eventi e mostre, sono occasioni imperdibili per approfondire e “ripassare” il percorso di persone che stimo e sono fonte di ispirazione.
Ho iniziato la prima metà dell’anno leggendo Guardare, un libro che raccoglie scritti di Italo Calvino, dal disegno al cinema alla fotografia alle altre arti.
Ho guardato alcuni film di cui ho letto le recensioni fatte da I.C., ho approfondito opere d’arte che ha criticato, ho guardato, guardato e guardato, cercando di vedere la sua visione, cercando di mettermi nei suoi panni ed avere accesso ad una sensibilità diversa dalla mia.

Poi verso fine anno ho visitato la mostra “Favoloso Calvino” alle Scuderie del Quirinale a Roma. E anche li ho ripercorso la sua storia, ho guardato ancora con i suoi occhi opere che lui ha guardato e opere che lui ha scritto.
Mi è tornata la voglia di rileggere Calvino. La voglia di GUARDARE il mondo come lui. Lui che considerava il mondo un’opera d’arte e che “Il mondo esisteva prima dell’uomo ed esisterà dopo e l’uomo è solo un’occasione che il mondo ha per organizzare alcune informazioni su se stesso” (da un’intervista alla “Gazette de Lausanne” 1967). Una frase che mi ha fatto sentire parte viva in questo mondo, fatto voglia di scoprirlo, di raccontarlo.

Quindi, quanto dura il ricordo di una persona che ha lasciato al mondo un suo manufatto, un suo pensiero? Quando dura il ricordo di un Italo Calvino, anche nelle persone che non l’ha mai incontrato e conosciuto? Finché esisteremo e finche quello che ci ha lasciato continuerà a renderci migliori.

Una pagina del catalogo della mostra Favoloso Calvino