Pensieri sparsi sull’arte


Al Mambo di Bologna mi ha colpito “Sono stata io, diario 1900-1999” di Daniela Comani, testo su tela: 365 giorni di calendario abbinati ad eventi avvenuti in determinati anni coniugati al singolare, come fosse stata lei a concepirli.
“1 gennaio. Ho fondato il Partito Comunista della Germania a Berlino”. 
Perché facciamo tutti parte della storia e la storia siamo noi.

Al Mambo vi è anche il museo Morandi. Opere di natura morta e paesaggi dello stile di Giorgio Morandi mi piacciono gran poco. A me ricordano i miei tentativi di imparare a disegnare vasetti immobili o foglie autunnali durante l’ora di artistica alle medie o in quelle 4-5 lezioni di disegno prese in un paese qui vicino. Riprodurre natura morta mi annoiava a morte.

Alla libreria Pickwick di Bologna ho comprato un libro di scritti sull’arte di Piero Manzoni e uno di Henry Miller. Ho iniziato a leggere quest’ultimo.
L’approccio di Miller alla pittura è un po’ come il mio. Quasi mai quello che si vorrebbe creare lo si crea. Nel farlo qualcosa cambia il risultato finale. Ed ognuno è libero di disegnare come gli viene. Non conta la bravura. A Miller non interessa avere talento nel disegno, gli basta quello che ha. Mi piace che non ha studi artistici alle spalle, che si sia formato con amici, amici pittori e che si sia lasciato trasportare dalle sue emozioni.

Ni. mi ha portato a casa dal Guggenheim di Venezia la borsa bianca con l’impronta di Manzoni: merchandising della mostra dedicata ad Azimuth. L’impronta mi ricorda il libro preso a Barcellona sullo sviluppare la creatività con le impronte, ma anche come, fino a poco tempo fa, pensando a Manzoni mi venissero in mente solo le merde d’artista. Poi A.C. ci ha messo di suo coi suoi ricordi sull’artista e il disegno di Manzoni appeso sopra la sua cappa della cucina.

Approfondire sempre.